Secondo appuntamento, dopo il seguitissimo appuntamento del 15 settembre, inserito a cartellone da Pordenonelegge, con Paolo Febbraro e Nicola Gardini e le relazioni tra scrittura e traduzione, con il ciclo di incontri triestino di incontri letterari votato alla poesia Una Scontrosa Grazia. Mario Famularo presenta “Terra dei ritorni” di Alessandro Anil (Samuele Editore-Pordenonelegge, 2023, collana Gialla).
Alessandro Anil irrompe con estrema originalità nello scenario poetico attuale: nel suo verso lungo, che attinge alla tradizione orientale, la materia si trasforma in vibrazione, fa germinare immagini, ripetute e variate, una sull’altra, che conducono una dominante melodia: la sera e l’auspicio dell’incontro. La sera ha a che fare col sonno, lo stare “sulla soglia delle ombre” prima di addormentarsi, col “terrore” che il fuoco dentro noi stia morendo. D’altra parte l’incombere della fine accende la “sete”, che è ciò che fa muovere i nostri passi anche se è notte, nella metamorfosi, nel movimento, il cui principio è l’amore. Ecco perché nella sera la voce rivolge dapprima al lettore, poi a un’amica mia, la preghiera “lasciami entrare”: mentre ripete che “niente resterà qui”, essa popola lo spazio di presenze, che si toccano, crescono l’una sull’altra, deviano e ritornano, sono la promessa della vita, “indizi e ripetizioni che alternano la fine col principio”, a dirci “che non è fine, che c’è ancora tempo” finché resteremo sillabe pronunciate, alla luce del movimento che, nello stesso fiume della fine, incontra le presenze della vita (dalla bandella del libro)
Nato a Santiniketan, West Bengal, India, esordisce nel 2019 con Versante d’esilio (Minerva editore), con cui vince il premio Camaiore proposta, il premio Guido Gozzano opera prima e il premio Città di Como (terna dei finalisti). Sempre nel 2019 pubblica insieme a Franca Mancinelli e Maria Grazia Calandrone, Come tradurre la neve (Animamundi editore). È ideatore di Zeugma-Casa della poesia di Roma. È direttore artistico del centro theatre House- Sources research Performative Arts, con cui oltre alla direzione artistica e la formazione professionale, si occupa di educazione e integrazione nel mondo lavorativo per fasce meno abbienti.
Mario Famularo (Napoli, 1983) esercita la professione di avvocato a Trieste. Suoi testi sono apparsi su antologie e riviste letterarie, tra cui il blog Rai "Poesia, di Luigia Sorrentino", "Poetarum Silva", "YAWP", "Argo", "Inverso", "ClanDestino", 'I Segnale", "Digressioni', "Atelier" e tradotti in lingua spagnola dal "Centro Cultural Tina Modotti". È redattore della rivista trimestrale "Atelier" e dei lit-blog "Laboratori Poesia" e "Niedern Gasse".
Collabora con il ciclo di incontri di poesia e letteratura "Una scontrosa grazia" e il blog Rai "Poesia, di Luigia Sorrentino".
Suoi contributi critici appaiono su "Nazione Indiana" e in prefazione a diverse pubblicazioni di poesia. Ha pubblicato le raccolte di poesia
L'incoscienza del letargo (Oèdipus, 2018, terzo posto al premio Conza 2019) e Favete linguis (Ladolfi, 2019).