presenta Appendice. Fine vita - ed. Ronzani. In dialogo con Francesco Targhetta
Si va dove c’è un lavoro, oppure si scappa da una condizione che sta stretta e è chiaro che chi prende questa via inizia ad avvicinarsi, per quanto in modo sempre approssimativo, a contemplare maggiormente le vicende umane. Le vicende umane però non sono tutto e anzi potrebbero essere niente. Le vicende umane hanno rotto.
Alberto Cellotto (Treviso, 1978) ha pubblicato i libri di poesia Vicine scadenze (Zona, 2004), Grave (Zona, 2008), Pertiche (La Vita Felice, 2012), Traviso (Prufrock spa, 2014), la plaquette illustrata da Nicolò Pellizzon I piani eterni (La collana Isola, 2014), Pechino (2019), Non essere (Vydia, 2019) e La decenza comune (Pordenonelegge/LietoColle, 2020). Ha tradotto Duluth di Gore Vidal (Fazi, 2007), Canzoni per la scomparsa di Stewart O’Nan (Fazi, 2011), Una speculazione sul grano di Frank Norris (Amos Edizioni, 2012) e alcune poesie di Matthew Sweeney su Testo a fronte 53 (Marcos y Marcos, 2016). Il suo primo libro di narrativa è il racconto epistolare Abbiamo fatto una gran perdita (Oèdipus, 2018).